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Ambienti

In mappa trovi gli ambienti del parco e tre percorsi con itinerari diversi, per lunghezza e ambienti attraversati
– Blu | Km 4,5 Boschi e zone umide
– Rosso | Km 5,5 Giardini tematici e agricoltura
– Verde | Km 2,5 chilometri Lago, radure e sentiero in legno
In loco sono stati posizionati paletti colorati che consentono di orientarsi mentre si cammina o si fa una escursione in bicicletta

Giardino d’acqua
Coltivato con cura a partire dal 2004 da un gruppo di operosi volontari del parco, l’incantevole giardino d’acqua offre ai visitatori degli scorci di incredibile fascino. Puoi girare intorno allo specchio d’acqua, seguendo i sentieri e attraversando i ponticelli per raggiungere gli isolotti: osserva da vicino le specie di piante acquatiche e palustri, autoctone ed esotiche, tutte raccolte nella zona ovest di Milano e disposte con criterio e cura. Muovendoti in silenzio, con un po’ di fortuna, puoi incontrare anche qualche animale caratteristico di questi ambienti: germano reale, folaga, gallinella d’acqua, airone cenerino, garzetta, rana verde, raganella… Per partecipare al lavoro dei volontari clicca qui

Giardino delle api
Nei pressi degli orti Violè, il Giardino delle api è dedicato alla microfauna, in particolare agli insetti impollinatori (api mellifere, api solitarie) e agli insetti predatori (vespe): animaletti indispensabili per l’ecosistema-bosco. Sono presenti delle arnie, un hotel degli insetti e – in prospettiva – una serie di materiali naturali (tronchi d’albero, bugni villici) che favoriscono la nidificazione, la diffusione di questi importanti animali che hanno sempre più difficoltà a trovare habitat adeguati alle loro esigenze. Lungo la siepe, attraverso naturali punti di osservazione, puoi osservare ciò che accade all’interno del giardino

Giardino della frutta: frutteto
Il Giardino della frutta ospita peri, meli e albicocchi, coltivati con attenzione e competenza da un gruppo di appassionati che normalmente si ritrova il mercoledì mattina per prendersi cura del frutteto e testare molteplici tecniche di innesti, potature, lotta alle malattie, educazione dei portamenti, ecc. Il Giardino si trova all’interno di un’area che comprende una sessantina di orti e uno spazio-giochi destinato ai più piccoli. Se i cancelli dell’area Maiera sono aperti (quasi sempre mattino e pomeriggio durante la bella stagione), vale la pena entrare e sostare sotto i portici. Per diventare ‘fruttista’ tel. 02.4522401 oppure invia una mail a info@cfu.it

Boschi
Se si chiama Boscoincittà ci sarà una ragione! I boschi ricoprono gran parte del territorio e sono stati piantati sin da subito, a partire dal 1974. Sono stati realizzati attraverso successivi interventi di piantagione che hanno coinvolto operatori del parco, scuole e cittadini. Per conoscere le prossime iniziative in calendario clicca qui.
I boschi del parco sono caratterizzati dalla presenza di querce, carpini, aceri, pioppi e ontani, tutti alberi autoctoni e caratteristici della pianura padana (querco-carpineto). Vengono sottoposti, secondo un programma specifico, a interventi di diradamento per favorire la crescita ottimale del bosco e a interventi di controllo e tagli di sicurezza, soprattutto in prossimità dei sentieri.  Alcuni alberi abbattuti vengono lasciati sul posto per permettere di conservare importanti microhabitat per la fauna: nidi per gli uccelli, tane per i micromammiferi, cibo per gli insetti, ecc. Clicca qui per il video sulla forestazione urbana e la gestione dei boschi

Orti
Nel Bosco ci sono 230 orti coltivati con grande passione e cura, dislocati in 4 aree: San Romanello, Spinè, Maiera e Violè. Il nome della prima area deriva dall’omonima cascina che si trovava in prossimità e che ora non esiste più, quello delle altre riprende il nome dei fontanili presenti in zona, non più attivi ma ancora utilizzati come canali per l’irrigazione.
Per avere in comodato un orto bisogna partecipare a un bando pubblico e inviare la propria candidatura. Se vuoi saperne di più clicca qui. Ogni anno in ottobre viene stilata una graduatoria tra tutte le domande pervenute entro il 15 settembre. Gli orti vengono assegnati,  seguendo l’ordine di graduatoria,  via via che si liberano (in media 20/anno).

Ogni area ha una caratteristica.
Gli orti Spinè risalgono alla fine degli anni ’80 e sono i primi ad essere stati progettati e realizzati con la tecnica dell’autocostruzione: ortisti al lavoro per la delimitazione delle parcelle, costruzione di capanni e recinzione, attività comuni di manutenzione sotto la guida di un operatore del CFU
Gli orti San Romanello sono preesistenti al Bosco e nascono come orti dei salariati che vivevano nella cascina San Romanello. Mantengono il perimetro originale e i recenti lavori di riqualificazione hanno confermato l’impronta generata dall’uso e dalle realizzazioni spontanee degli ultimi decenni.
Negli orti Violé c’è un’ampia area comune con il forno che è il posto dove ci si incontra durante le grandi feste di tutti gli ortisti o con scuole e gruppi che partecipano alle attività del parco.
Negli orti Maiera, oltre al frutteto, c’è un caratteristico bacino d’acqua e l’area giochi in legno dedicata ai bambini.
Tutti gli orti del Bosco (capanni, recinzioni, manufatti) sono stati realizzati dagli ortisti insieme agli operatori del CFU; sempre a loro ne è affidata la manutenzione e la cura così come quella delle aree comuni: gli ortisti si ritrovano almeno una volta all’anno per organizzare il piano dei lavori e le iniziative comuni. 
Per chi vuole coltivare in gruppo ci sono 4 orti collettivi: in questo caso non serve partecipare al bando, è sufficiente inviare la propria candidatura a info@cfu.it o iscriversi ai corsi di orticoltura (quando sono aperte le iscrizioni è evidenziato in calendario). Associazioni o altri gruppi informali posso presentare progetti speciali e avviare altre esperienze collettive.

Laghetto
Realizzato agli inizi degli anni ’90, scavando il terreno e impermeabilizzando il fondale con argilla, questo affascinante specchio d’acqua, profondo nel punto più alto 5 metri, è alimentato dalle acque in esubero del vicino acquedotto. E’ possibile fare il giro completo seguendo i sentieri che lo circondano, soffermarsi sul pontile di legno o in alcuni punti lungo le rive per osservare la vegetazione che popola le sponde (carici, salici, fragmite e altre specie di piante igrofile) e animali acquatici come pesci (carpe, persici, lucci, storioni, alborelle…), germani reali, gallinelle d’acqua, ecc. Tutte queste specie di animali sono giunte spontaneamente; i pesci in particolare, provengono dal Ticino, passando attraverso i canali. Nel lago è presente inoltre la testuggine dalle guance rosse (Trachemys scripta elegans), specie esotica, invasiva e dannosa, originaria del sud degli Stati Uniti, la cui abnorme diffusione degli ultimi anni è dovuta al continuo rilascio di esemplari acquistati come animali domestici e poi abbandonati, concausa della diminuzione della nostra testuggine palustre (Emys orbicularis). Molte specie di uccelli nidificano indisturbate sull’isolotto al centro del lago. Attenzione però: è vietato dare da mangiare agli animali che popolano il lago, perché si altera l’equilibrio dell’ecosistema. In tutte le acque del parco è vietato bagnarsi.

Cascina San Romano
Questa antica cascina (XVI sec) in origine era la casa gentilizia dei proprietari terrieri: i fratelli Rainoldi, il cui stemma di famiglia si intravede su un muro all’interno del cortile. All’inizio dell’800 la cascina diventa un’azienda agricola gestita da un affittuario e assume la conformazione a corte chiusa grazie a nuove costruzioni: stalla, scuderia, porcilaia, locali adibiti alla lavorazione del latte, nuova abitazione e granaio. Dal 1981 è la sede del parco e ha subito diversi interventi di recupero e restauro, per preservarne le preziose caratteristiche: oggi ospita gli uffici e altri servizi  per il pubblico (biblioteca, foresteria per scuole e scout, sala conferenze…).  Entrando nel cortile, sulla destra c’è la vecchia stalla, con volte a vela e botole che un tempo venivano usate per calare il fieno direttamente dal fienile. All’esterno della cascina sono presenti quattro portici, con tavoli e panche di legno, e le aie lastricate, che in origine venivano impiegate per l’essicazione e la battitura dei cereali; oggi sono spazi dedicati a momenti ricreativi come feste e pic nic per i frequentatori del parco. Clicca qui per il video sulla cascina


Il semenzaio e l’orto didattico
Adiacente alla cascina, una fitta siepe delimita il semenzaio, adibito alla semina di piante autoctone (alberi e arbusti come carpini, noccioli, ciliegi, farnie) che poi vengono impiegate nei  rimboschimenti del parco. Accanto si trova l’orto didattico, destinato agli allievi dei corsi di orticoltura che si tengono periodicamente presso la struttura. All’interno dell’area trova spazio anche una grande compostiera dove viene accumulato il materiale organico di scarto del parco, allo scopo di produrre terriccio fertile;  è stato inoltre collocato un hotel degli insetti, struttura di legno realizzata per favorire la riproduzione degli insetti impollinatori.

Fontanili e aree agricole
Partendo dalla cascina San Romano, dopo aver oltrepassato l’Area delle feste (direzione Figino), segui la strada sterrata che entra dritta nel bosco. Dopo circa 600 metri, la strada diventa uno stretto sentiero  che corre parallelo a due fontanili (ormai asciutti): il fontanile Spiné a destra e il fontanile Giuscano a sinistra. Gli argini sono ricchi di vegetazione, costituita da robinie e da diversi alberi autoctoni,  piantati recentemente o risalenti a prima della nascita di Boscoincittà. Alla fine della stagione invernale, è possibile osservare le diverse fioriture nemorali (scille, campanellini, anemoni, ecc.). Dopo circa 150 metri dall’inizio del sentiero, una piccola deviazione sulla destra permette di attraversare il fontanile e di affacciarsi sulle risaie e apprezzare il paesaggio agricolo, scorgendo la città sullo sfondo. Mentre proseguendo dritti, nascosta tra la vegetazione, ma non lontano dal sentiero, puoi osservare la testa del fontanile Spinè, un antico scavo creato intorno a una risorgiva (disponibilità naturale di acqua di falda, affiorante o sotterranea). I fontanili venivano scavati per bonificare le aree circostanti che in origine erano paludose e per sfruttare l’acqua a scopi irrigui. In quest’area le risorgive sono asciutte a causa dell’abbassamento del livello della falda, ma rimangono evidenti i segni della loro antica presenza (asta e testa fontanile).

Area naturalistica – Campo Marcio
Detta anche Campo marcio (Paludi paludose per i più piccoli) a causa del suolo argilloso e poco drenante, questa zona umida è attraversata da un camminamento di legno rialzato che permette di visitarla anche in occasione degli sporadici allagamenti. E’ possibile osservare piante igrofile, come salici, saliconi, fragmite, pioppi bianchi e ascoltare il canto di diversi animali come rane, raganelle e uccelli. Molti conigli selvatici e minilepri si nascondono nella fitta vegetazione e non è così eccezionale sorprendere bisce d’acqua (natrice dal collare) o altri serpenti innocui (biacco).

Bosco delle rane e zona umida

A nord del parco, verso Figino, c’è una area naturalistica denominata Bosco delle rane per la presenza limitrofa di pozze dedicate alla riproduzione degli anfibi. Avventurarsi in quest’area è un’esperienza divertente e curiosa. Qui è riproposta (ricostruzione artificiale a partire dalla fine degli anni ’90) una situazione molto simile a quella degli ambienti che caratterizzavano la pianura alluvionale prima delle opere di bonifica, quando la conformazione dei suoli favoriva lo scarso deflusso delle acque (piovane, fuoriuscite sotterranee, fluviali) e allagamenti molto estesi. Prova ad inoltrarti nel bosco, seguendo i numerosi sentieri e i ponticelli che l’attraversano, costeggia gli stagni e le pozze, osserva le specie animali e vegetali che lo popolano.

Foresta del Fossone

Lo spazio verde sito tra via Novara e via Caldera è entrato a far parte di Boscoincittà nel 2003. E’ un tassello fondamentale per consentire la connessione ecologica tra le  aree naturalistiche del Parco delle Cave e del Bosco.
Qui la scelta progettuale è stata quella di preservare gli ampi spazi aperti che storicamente caratterizzavano le aree circostanti le cascine. Sono stati piantati boschi per incrementare le funzioni ecologiche e per delimitare la grande radura dei campi aperti. Puoi percorrere a piedi o in bici le stradine che la circondano: quella che parte dalla cascina Caldera un tempo la collegava direttamente con la cascina San Romano, sede di Boscoincittà.

In questa area l’obiettivo generale è incrementare la naturalità. Per questa ragione, oltre alla piantagione di nuovi boschi, filari e siepi, è stata realizzata una zona umida che già ospita aironi, raganelle e libellule diversificando il paesaggio e creando un luogo gradevole e inaspettato all’ingresso della città. L’acqua è stata immessa durante l’estate 2020 e arriva dal Passo della Novena (Svizzera) dopo un lungo e affascinante viaggio che potete visualizzare sul sito www.boscoincitta.it

Sistema delle acque

L’abbassamento del livello della falda freatica, causato dall’industrializzazione e dalla progressiva urbanizzazione del territorio a partire dagli anni ‘60, ha portato all’estinzione delle risorgive storicamente presenti nell’area del parco.

Le  acque di Boscoincittà provengono prevalentemente dal Villoresi, l’ottocentesco canale irriguo che attraversa l’alta pianura ed è alimentato dalle acque del fiume Ticino.
La rete irrigua del parco, oltre ad essere alimentata dal Villoresi, riutilizza acque che altrimenti andrebbero disperse e che risultano particolarmente utili nei periodi di asciutta del canale: stiamo parlando delle acque di esubero dell’Acquedotto milanese e di quelle in uscita dalle torri di raffreddamento del termovalorizzatore AMSA (acque di falda). In questo modo, nel suo complesso il sistema garantisce il rifornimento idrico per l’irrigazione di boschi, campi e prati, ma anche per l’alimentazione del laghetto e degli altri specchi d’acqua (giardino d’acqua, zona umida, bacini degli orti).
Clicca qui per il video sul sistema delle acque nel parco