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Cava Ongari: curiosità, ambienti e lavori in corso

Dal 2014, il Comune di Milano con Italia Nostra e il suo Centro Forestazione Urbana (CFU) sono impegnati nel difficile ma appassionante compito di recupero di questa parte del Parco delle Cave:
pulizie dalle discariche abusive accumulate nel tempo
sistemazione dei sentieri
lavori forestali
interventi naturalistici
cantieri di volontariato
sono stati gli obiettivi dei primi anni.


Gli operatori del CFU e i volontari che si danno appuntamento ogni martedì mattina sono gli attori della trasformazione in atto. Si occupano della manutenzione ordinaria come la raccolta dell’immondizia, la riparazione delle recinzioni, lo sfalcio delle piante infestanti lungo i percorsi, la realizzazione di punti di osservazione della fauna e di areali per la nidificazione, ecc. Tutti possono partecipare a queste attività o semplicemente passare in Cava il martedì mattina per richiedere informazioni.
Per avere informazioni e partecipare alle attività di volontariato telefona al CFU 02.4522401 o invia una mail a info@cfu.it


Gli abituali frequentatori che percorrono i sentieri a piedi o in bici avranno certamente notato alcune novità nel paesaggio della Cava. A seguire ne citiamo alcune…
Se avete altre cusiosità potete inviare le vostre domande a info@cfu.it
Ci aiuterete a tenere aggiornata questa pagina.


Gestione roveti e nuovi percorsi

Il rovo cresce spontaneamente in condizioni di luce favorevoli e si espande formando vaste estensioni. I roveti offrono rifugio e alimento agli animali e sono ben rappresentati  in Cava Ongari. Nei mesi estivi e invernali i roveti non di rado vengono percorsi da incendi (di solito dolosi). E’ per questa ragione che il CFU opera sfalci periodici “a scacchiera”: servono per rendere più circoscritto l’eventuale sviluppo del fuoco.

In alcune aree sfalciate pianteremo arbusti autoctoni al posto dei rovi. Gli arbusti, nel tempo, andranno a costituire nuove formazioni vegetali con una funzione ecologica analoga a quella del roveto.


La collina del belvedere

Estate 2022: le sponde più ripide sono state modellate e i rovi sfalciati per consentire di piantare nuovi arbusti che favoriranno la biodiversità della cava. Le nuove piantagioni con ligustri, viburni, evonimi e altre specie arbustive della flora locale sono previste in autunno e inverno durante le tradizionali domeniche di volontariato. Per consocere il calendario e partecipare clicca qui
Le operazioni effettuate facilitano la messa a dimora delle nuove piante e le successive, necessarie, cure: sfalcio delle infestanti, irrigazioni…


Gli ambienti umidi

Il grande lago della Cava Ongari ospita uccelli acquatici e pesci ma non è in grado di offrire un ambiente adatto a numerosissime specie di insetti e altri invertebrati acquatici. Neanche agli anfibi.
Per vivere e per riprodursi, tutti questi piccoli animali necessitano di piccole raccolte d’acqua, anche temporanee, con piante palustri ma senza i pesci che divorano le uova, le larve e i girini. Un tempo queste raccolte erano numerose e distribuite anche all’interno dei paesaggi agricoli (risaie, fossi, piccoli canali). Ora sono rare.
Per questa ragione nell’area della Cava abbiamo  rimodellato alcuni avvallamenti già presenti nel terreno, li abbiamo impermeabilizzati e alimentati con acqua: uno è ben visibile dal percorso pedonale principale che attraversa la cava da est a ovest. Grazie a questo intervento:
– gli insetti acquatici si sono moltiplicati e in primavera è possibile ammirare bellissime specie di libellule
– abbiamo subito assistito al successo riproduttivo degli anfibi come rane, rospi, raganelle e del tritone punteggiato, specie molto rarefatta negli ultimi decenni. Anche la biscia dal collare ha apprezzato questa nuova risorsa e la si può osservare in caccia nell’acqua degli stagni.


I cumuli di materiali di risulta

Un evidente intervento riguarda i cumuli di materiali vari presenti in area. Questi cumuli sono stati depositati in anni passati; alcuni sono formati da sfalci e rami e verranno utilizzati per migliorare i suoli; altri sono formati da macerie edili. I materiali sono stati recentemente sottoposti ad analisi e sono risultati tutti idonei al riutilizzo sul posto.

Lo smaltimento in discarica delle macerie di cemento comporterebbe, oltre a una spesa molto rilevante, anche il costo ambientale del trasporto: decine di viaggi di camion. Per questo motivo recupereremo qui le macerie attraverso un processo di trattamento secondo le norme di legge che consiste nella frantumazione e vagliatura, con un costo energetico ed economico molto inferiore. Inoltre il materiale che otterremo sarà a norma per poter essere utilizzato come substrato per rimodellare alcune aree.


Isole galleggianti

La vegetazione palustre che si sviluppa in genere sulle rive degli specchi d’acqua offre riparo e possibilità di nidificazione per varie specie di animali. Le sponde del lago della cava Ongari ne è priva a causa delle forti variazioni di livello dell’acqua.

Per compensare questa mancanza abbiamo collocato nel lago due piccole isole galleggianti ricoperte di piante acquatiche. Via via aggiungeremo nuovi isolotti di dimensioni maggiori che aumenteranno gli habitat palustri, soprattutto a beneficio degli uccelli acquatici.


La gestione degli alberi

La parte terrestre della Cava è formata da un alternarsi di zone aperte e aree boschive: robinieti e boschi misti, soggetti alla gestione prevista dal Piano di Assestamento Forestale.
Il robinieto, per esempio, è stato diradato alcuni anni fa per favorirne uno sviluppo equilibrato.
In altre aree di bosco misto vengono lasciati alberi morti in piedi e il terreno non viene liberato da ramaglia e tronchi a terra per favorire l’attività degli organismi demolitori con tutta la catena alimentare che vi si instaura; non a caso sono molto frequenti i picchi, che si nutrono degli insetti presenti nel legno morto.

E’ necessario che i frequentatori ricordino le indicazioni di sicurezza riportate nei cartelli agli ingressi della cava: non percorrere i sentieri in caso di forte vento e temporali!

Abbiamo piantato a più riprese farnie e altri alberi autoctoni per favorire la diversificazione in specie all’interno delle aree boschive.