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Fotografato nel mese di novembre 2019, verso le 18.30 – ph. Giacomo Mattion

Non di rado le classi che partecipano all’attività Bosco di Notte e dormono in cascina San Romano con i loro insegnanti raccontano di aver visto un gufo!
In effetti – di sera – incontrare un gufo nel parco non è così insolito come si potrebbe pensare.

Nel Bosco abita il gufo comune, che – con una lunghezza tra i 35 e i 40 centimetri – è un rapace notturno di medie dimensioni diffuso in Europa, Asia e Nord America. In Inglese viene chiamato “Long-eared owl”, cioè gufo dalle lunghe orecchie… per sottolineare una delle sue principali caratteristiche: i lunghi ciuffi auricolari.

Il suo verso può essere un utile indizio per individuarlo e riconoscerlo: emette un grido abbastanza forte, più spesso un “hoo hoo hoo hoo” che si ripete più e più volte e può essere udito a centinaia di metri di distanza.

I suoi occhi possono catturare 100 volte più luce dell’occhio umano e l’asimmetria dell’orecchio gli permette di localizzare con incredibile precisione la provenienza del più flebile rumore… per questo è un abile cacciatore notturno. Gli artigli affilati e il volo planato lo rendono un temibile e silenzioso predatore per una grande varietà di piccoli animali come topi, toporagni, talpe, scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccelli e insetti. Raramente può cacciare anche piccoli serpenti.

Gli occhi sono collocati in posizione frontale all’interno di due dischi facciali divisi da una “V” centrale, bordata di bianco. Il gufo non può muovere gli occhi, ma può ruotare la testa di ben 270°.

A differenza di altri uccelli non ha il ventriglio, ma digerisce direttamente nello stomaco tutto il pasto, di cui – dopo una quindicina di ore – rigurgita tutte le parti non digerite: peli, ossicini, unghie e, in caso di insetti, le elitre e le dure zampette. Esaminando una di queste “borre” è possibile determinare, con discreta sicurezza, la sua dieta. E’ facile trovarle lungo la passerella di legno del Campo Marcio, zona frequentata anche dalla volpe per la presenza dei topolini.

Abitualmente frequenta zone boschive intervallate da radure o aree coltivate aperte, dove si spinge durante la notte. Ecco perché il Bosco con la zona ai margini delle risaie è perfetta!

Durante il giorno dorme nelle cavità degli alberi o in vecchi ruderi, perfettamente mimetizzato dal piumaggio: testa, collo e parti superiori delle ali hanno una colorazione fulvo-marroncino con macchie scure. Di notte è possibile riconoscerlo in volo grazie al candore della parte inferiore delle ali, in cui sono evidenti delle semilune nere.

Nel Boscoincittà sono presenti anche altri due rapaci notturni della stessa famiglia (Strigidi): l’allocco e la civetta

L’AGENDA DEL GUFO
– Dicembre-febbraio
Il gufo comune è l’unico rapace notturno che in inverno si aggrega in dormitori ( = posatoi su alberi), sovente anche in aree urbane. Diversi individui trascorrono le ore diurne sullo stesso albero dal quale poi s’involano la sera, per andare a caccia. Il sistema migliore per censire i gufi comuni svernanti consiste proprio nel ritrovare un dormitorio e contare gli animali presenti.
– Primavera
All’inizio della primavera i gufi si disperdono, abbandonando il dormitorio, per accoppiarsi e nidificare.
– Marzo-maggio
In questo periodo avviene la nidificazione. La femmina depone 4 o 5 uova per covata, nel nido di un’altra specie di uccello o in quello di uno scoiattolo. Se non trova un nido di questo genere depone le uova sul suolo, sotto un albero o un arbusto. I piccoli lasciano il nido dopo 3-4 settimane e dopo 2 mesi dalla schiusa i giovani diventano indipendenti.

CREDENZE
Nel tempo ha influenzato diverse culture e raccolto intorno a sé una miriade di leggende e di superstizioni. E’ un animale particolare, che ha sempre suscitato interesse e curiosità. In alcune culture è visto come portatore di sfortuna, ad esempio ancora oggi l’espressione “gufare” significa portare sfortuna e “remare contro”. Nella tradizione ispanica e cristiana è invece un vero e proprio portafortuna, simbolo della saggezza e della spiritualità. Un antico proverbio del Galles recita “E’ di cattivo augurio sparare ad un gufo”, indicando il forte rispetto verso questo animale. In Sicilia si racconta che quando il gufo canta nei pressi della casa di un malato predice di tre giorni la sua dipartita o annuncia a chi vi abita che presto sarà colpito da tonsillite.

Per fortuna al Bosco è un animale molto amato, sinonimo di natura e biodiversità. Evviva che c’è!